Vacanze in barca a vela

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Oceano blu senza un Euro in tasca

“La nottata è stata drammatica, esattamente alle 03:00 del mattino un’onda anomala ci ha colpito da dietro e ha divelto i seggiolini di poppa strappando il motore del dinghy e scaraventandomi contro il tambugio, fortunatamente chiuso. Bruno, mio figlio, godeva il suo turno di riposo in dinette. Meno male che ero legato e così non volai fuori bordo.”

Ezio Miani, ex attore, giornalista e fotografo nel 2013 parte dalla Grecia verso l’ignoto (a bordo di una barca a vela di 10 metri e con soli 200 Euro in tasca). Quasi per voler dimostrare a se stesso che trovare la propria “isola” è possibile. – “È così difficile realizzare i propri sogni?” – Si chiese un giorno Jem? Chiamò suo figlio Bruno e gli disse: –“Ho deciso. Parto verso Ovest dopodomani.” “Voglio fare una follia. Parto con i 200 Euro che ho in tasca. Volere è potere.” – Disse il padre. –“Papà, sei un pazzo! Non sei organizzato, non hai le vele di rispetto, non hai il satellitare… Vengo con te.” – Rispose il figlio Bruno.


Oceano blu

Sicilia, Formentera, Canarie, Capo Verde e i Caraibi. Le isole venezuelane di Los Roques, le Antille Olandesi e la Colombia. Cercando di sopravvivere. Ma un giorno, all’orizzonte, le basse isole San Blas, a Sud dell’isola di Holandese, una delle più grandi.

– “Mio figlio a prua ed io al timone, estasiati da tanta bellezza ci stavamo godendo tutta l’energia che San Blas emana. Quell’energia positiva che avevo sentito solo in mezzo all’oceano e nel deserto. L’energia del nulla, l’energia della natura, l’energia della vita.”

… Mi merito una birra calda; il fusibile del frigo e la radio sono fuori combattimento. Quella birra con una sigaretta fatta con tabacco ammuffito di tre anni fa sono speciali, mi sento un altro. Merito una doccia, la prima di acqua dolce dopo 15 giorni. Due spaghetti aglio e oglio e per finire vado a cercare l’ultima riserva speciale di rhum che mi aveva regalato Bladis.

– “Decidemmo di ancorarci in una baia protetta dall’aliseo, passando tra i coralli taglienti. Imparai in seguito che tutti i GPS hanno un notevole scarto e che anziché 8 metri di fondale ce n’erano 2 scarsi. Il motivo per il quale un “velero” al mese si incaglia tra le rocce. Le uniche mappe buone erano quelle di Eric Bauhaus, il suo libro di bordo diventò la nostra bibbia.”

– “Si avvicina una canoa scavata da un tronco. A bordo il sorriso dell’indio kuna accompagnato dal figlio. Parlando spagnolo ci spiega subito la situazione: a isla Porvenir si trova l’ufficio immigrazione e la dogana, ma non esistono meccanici, negozi, alberghi… non esiste nulla che non sia solo natura incontaminata. Ce la dobbiamo cavare da soli.”


Isole San Blas: il paradiso

Tutte le isole, a parte Checheme sono selvagge. Stanno nascendo piccoli punti di ristoro e qualche capanna da affittare ai viaggiatori. I tavoli sono tronchi trasportati dal mare e naturalmente non c’è né corrente elettrica né acqua potabile.

L’isola più frequentata è Banedup e in rada una trentina di velieri tra monoscafi e catamarani. L’80% sono italiani. Benvenuti alle San Blas. Isole mozzafiato dove due mondi convivono in armonia: i pacifici ed ospitali Kuna e noi skipper giramondo, un po’ hippies e un po’ pirati. Tanti amici e viaggiatori assieme sull’isola che non c’è.


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